giovedì 18 aprile 2024
16.11.2011 - VALERIO GAMBACORTA

Le "immagini" di Carrozzini in mostra a Palazzo Rosso

Si intitola "Sono solo Pixel" la mostra dedicata a Gianfranco Carrozzini e allestita a Genova (Palazzo Rosso dal 19 Novembre al 19 Dicembre).

Sono in mostra dal 19 novembre al 19 dicembre 2011 a Palazzo Rosso (Sala espositiva dell’Auditorium) le affascinanti immagini realizzate da Gianfranco Carrozzini.
Sono solo pixel, questo il titolo dell’esposizione nella quale l’autore esplora i labili confini tra pittura, fotografia e grafica

Da lontano, le opere sembrano veri e propri dipinti. Più ci si avvicina, più si individuano – appunto – i pixel, e la texture denuncia la matrice tecnologica dell’immagine. Le realizzazioni di Gianfranco Carrozzini nascono infatti dall’uso di un “banale” scanner senza particolari peculiarità tecniche, presente in quasi ogni casa e certamente in ogni ufficio.

Lo scanner – tutti lo sanno – è un dispositivo utilizzato per la digitalizzazione di immagini bidimensionali analogiche. Ma Carrozzini sul piano dello scanner non pone fogli, scritti o disegnati: pone se stesso, il suo volto e le sue mani, agisce direttamente o manipolando oggetti. L’esito finale è la traduzione in pixel di un’azione. Così sono costruite le serie delle “Nature morte”, dei “Cinque sensi” e dei “Segni volati via”: azioni fisiche compiute direttamente sullo scanner, a volte rielaborate digitalmente, a volte presentate senza alcun ritocco, accettando l’inevitabile casualità che il mezzo comporta.

Volutamente più tradizionale, almeno all’apparenza, l’incontro con le opere d’arte. Carrozzini affronta due capolavori del Seicento europeo, tra loro agli antipodi: la “Ragazza col cappello rosso” di Jan Vermeer e il “San Sebastiano” di Guido Reni, la grande tela  del pittore emiliano esposta proprio nei Musei di Strada Nuova, a Palazzo Rosso.
In entrambi i casi l’artista rivela una grande sapienza nell’uso “tradizionale” della tecnica pittorica, e propone una fedele rilettura dei due dipinti, cimentandosi all’apparenza in una accademica “copia d’autore”. Ma interviene poi sulle due immagini: scomponendo, ricomponendo e deformando Vermeer, quasi ludicamente; riconducendo invece  il San Sebastiano in una dimensione di profondo, e umanissimo, quasi fisico, dolore. Sempre usando lo strumento digitale, a volte in maniera evidente, a volte in maniera sottilmente defilata.

Ingresso libero

Orario: mart – gio 9-19;  ven 9-23; sab e dom 10-19; lunedì chiuso


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